Benvenuti Penelope e Zac. E in bocca al lupo: questo pianeta avrà bisogno anche di voi. Complimenti ai vostri genitori, che vi hanno desiderato e aspettato tanto. E una raccomandazione per tutti: attenzione alle parole. Sarà una mia vecchia e inutile fissazione, prendetemi come la vecchia zia guastafeste che nota ad alta voce le croste sebacee tra i capellini radi o la puzza che esce dal pannolone. Ma ci tengo alle parole, anche perché ci lavoro tutti i giorni. E vorrei riflettere su quelle, non sul merito delle cose. Perché forse non lo sapete ancora, ma siete entrambi nati da genitori attempati e le parole con cui le vostre storie sono state raccontate sono molto diverse.
Della mamma di Penelope si è detto che era troppo vecchia per fare figli. Che a 54 anni la maternità è un atto di egoismo (che poi non capisco che alternative ci sarebbero, alla maternità come atto di egoismo: come fa a essere generosità? Nei confronti di chi?). Che è contronatura: a 54 anni chissà come ha fatto a restare incinta. Ci si è preoccupati di dire anche che quando tu, Penelope, avrai sedici anni e sarai nel pieno dell’adolescenza, lei ne avrà settanta. E non potrà capirti (invece se ne avesse cinquanta ti ruberebbe l’eyeliner viola, probabilmente). Poi si è notato, tra la malizia e il disappunto, che di tuo padre non si sa niente. Tra gli omosessuali c’è stato chi ha detto che tua madre avrebbe dovuto finalmente dichiararsi lesbica, per onestà verso se stessa, verso di te e verso gli altri. Infine, ma questo lo hanno detto un po’ tutti, è stato notato che con un altro conto in banca a disposizione tu saresti rimasta nel mondo delle idee. (Oh, non preoccuparti: in tanti l’hanno invece festeggiata, la tua mamma: vedi che cos’hanno fatto i contradaioli dell’Oca. Ma qui la cosa non c’entra).
Poi è arrivato Zac. Il tuo babbo, Zac, di anni ne ha 63. Anche lui ha un sacco di soldi e questo è stato notato. Però nessuno ha detto che è troppo vecchio per essere un buon padre. Del resto, di uomini che diventano padri a più di sessant’anni ce ne sono tanti: la biologia lo permette e tutti sappiamo come è fatto il mondo. Quello che la biologia non permette è di farlo con un altro uomo (per esempio, con l’altro tuo babbo). Ma anche questo non è stato fatto notare: è chiaro che sei nato grazie all’ovodonazione e a un utero in affitto (per l’adozione i babbi erano entrambi troppo in là negli anni), ma se qualcuno lo dicesse sarebbe davvero politicamente scorretto. Ti immagini? Non si può proprio più usare la parola contronatura per un omosessuale maschio. Femmina sì, ma maschio… dai. E poi. Anche eterossessuali molto maschi, molto ricchi e molto giovani avevano già usato il sistema per farsi un figlio da soli. Per non parlare del trasparentissimo Ricky Martin, che in questo modo di bambini se ne è fatti addirittura due. Tutti contronatura, tecnicamente. Ma pazienza. Va detto che i tuoi babbi sono sposati e non ne hanno mai fatto mistero. Per cui gli omosessuali ti hanno festeggiato: il tuo babbo, quello famoso, è sempre stato un apripista, una bandiera. E tu lo sei diventato subito: la bandiera del diritto alla paternità dei maschi omosessuali. E poi sei stato fortunato: nessuno ti ha detto che quando sarai in seconda elementare tuo padre festeggerà i settanta anni della sua prostata. Anzi, fortunatissimo: non crescerai in Italia, dove la tua amica Penelope è stata accolta come sopra.
Ma insomma, tutti e due. Rimboccatevi le maniche perché qui c’è da aggiustare anche questo: moralismi, ipocrisie, cattiverie gratuite e ficcanasaggini. Un lavorone, come dicono gli idraulici a Pisa. Intanto auguri a tutti e due, di una vita normale e possibilmente noiosetta.