Ho una nuova dipendenza: il Gratta & Vinci dell’homebanking.
Si vince un Ipad di quelli nuovi, ragazzi, oppure un buono per un sacco di benzina (vabbè, non ho l’automobile, ma posso farne un regalo originale). Fossi matta, mica me lo perdo. Tanto più che me lo sento: vincerò, prima o poi.
Così ogni giorno mi metto a grattare con il mouse sullo schermo del computer. E già che ci sono ogni giorno controllo i conti correnti, i pagamenti e le uscite. Non bastava la mia personale ansia pauperista, quella che mi faceva controllare almeno una volta a settimana di non essere diventata d’un tratto poverissima. Adesso c’è il Gratta & Vinci dell’homebanking, che si può giocare una volta al giorno, tutti i giorni.
A controllare il riepilogo movimenti tutti i giorni si scoprono cose interessanti, tipo che quella transazione che diceva di essere stata interrotta invece era andata eccome, e alla parrucchiera ho pagato due tagli di capelli pur avendo una sola testa. O che la clonazione della carta di credito non ha avuto effetti sui miei fondi privati. E anche che è un bel po’ di tempo che non arrivano soldi. Un bel po’, sì.
Ma poi c’è un altro simpatico strumento di lavoro (versante amministrazione): il graficone excell dei lavori fatti e da farsi pagare. Ecco: a giocare con il Gratta & Vinci dell’homebanking e poi con il Gratta Latesta del graficone, e incrociando i risultati, si scopre anche che è un po’ di tempo che non arrivano soldi perché sono stata molto brava a inseguire i creditori, ma non mi sono altrettanto preoccupata di cercarmi da lavorare. Intendendo qui per lavorare l’attività per cui in genere mi pagano: quella roba di scienza, non quella di amministrazione della premiata ditta mestessa&nessunaltro, in cui sono miracolosamente sempre più brava a dispetto della totale mancanza di vocazione per il diritto commerciale.
Quindi adesso arriveranno i soldi dei lavori fatti nei mesi passati, con la consueta calma, un po’ alla volta, e poi ci sarà un periodo di magra. Piccolo, breve.
Niente di grave. Anzi: forse sento anche di meritarmelo, un periodo di pigrizia. Tra l’altro sto comunque facendo un sacco di cose: sono cose che mi piacciono, che ho scelto. E che, è vero, che non faranno esplodere il mio conto corrente, almeno nell’immediato. Però intanto mi restituiscono il senso di una scelta di vita.
Se avessi voluto fare i soldi avrei avuto la laurea giusta per una ricca borsa di studio esentasse e per le marchette ambulatoriali a seguire. Invece se sono qui, a scrivere da un treno regionale di lunedì pomeriggio, coi piedi appoggiati su un trolley un po’ scassato e la testa piena di preoccupazioni per certi piccoli doveri verso me stessa, e solo verso me stessa, è perché ho scelto di investire il mio tempo in attività come questa. Scrivere, viaggiare, leggere, pensare, incontrare gente interessante.
Non avevo scelto di diventare anche un’esperta di amministrazione contabile. Ma sono sicura che un giorno di questi vincerò l’Ipad col Gratta & Vinci dell’homebanking e così anche quel fastidioso aspetto della mia vita finirà per sembrarmi meno pesante.