Che tristezza i bilanci di fine anno, che tristezza le graduatorie sui migliori dieci xxx dell’anno.
Che tristezza arrivare a fine dicembre e accorgersi che se uno ci avesse pensato da gennaio le cose adesso sarebbero facili e brillanti e forse un po’ meno tristi. E allora ecco il mio worst-of di dicembre, con quello che mi ricordo. Tema: alcune cose che mi hanno fatto sogghignare ma che se fossi una persona seria avrei preso come segnali di una profonda decadenza dei costumi, che, insieme alla scomparsa di RLM, mi fanno desiderare un 2013 un po’ meno cazzaro (nella serena consapevolezza che non potrà mai andare così).
Oppure: cose su cui avrei dovuto scrivere post intelligenti ma che mi sono rimaste lì.
1. è un gruppo fortissimo, sono bravissimi, tutti, tutti bravissimi, sono tutti dei numeri primi.
Giuro. Sentita un paio di giorni fa da un collega giornalista, in un ambiente serio. Un numero primo del giornalismo.
Pensate al contrario: La solitudine dei numeri uno. Oppure la congettura di Goldbach che diventa: ogni numero pari maggiore di due è uguale a due. E attenzione: quanti sono i numeri primi?
Memorabile.
2. serve avere sei dita? risposta: dal punto di vista evolutivo umano sì.
Frammento di una conversazione sugli alieni. Lui è stato visitato dagli alieni di notte: anni dopo ha ripercorso l’episodio con una specialista, con cui ha riflettutto anche su una pregressa esperienza premorte, ha capito di essere stato rapito dagli alieni e di avere il bisogno (e anche la missione) di raccontarlo. Del resto, è successo a tanti, anche se non ne parliamo: è la paura del diverso che ci fa tacere certe cose, la negazione dell’esistenza della diversità. L’altro gli chiede: perché, come sono fatti gli alieni? Lui spiega: gli occhi coperti da una membrana, grandissimi, che occupano quasi tutta la faccia. E la faccia è inespressiva. Poi hanno sei dita, su mani e piedi: sono esadattili completi.
Ma avere sei dita è segno di progresso evolutivo. E poi questi alieni parlavano in italiano, ragazzi.
Lui e l’altro sono giornalisti. Ho origliato, non avrei dovuto. Ma come facevo?
3. mi sai consigliare un esperto che possa spiegare perché questa famosa forma di inquinamento (inesistente, ma che non nomino per evitare i soliti disastri polemici con i complottardi) dà il cancro?
Mumble mumble.
Questi sono i miei colleghi migliori: quelli che chiedono. Mi mettono in difficoltà, perché non è facile spiegare che la famosa forma di inquinamento è una mezza bufala, e che cosa significhi mezza qui: poi si deve parlare di numeri ed è sempre un casino (0.5 casi di cancro attesi all’anno ma in un anno si ammala una persona intera: oh santo cielo, è il doppio! …). Però mi aiutano a capire il mondo al di fuori della mia bolla di scienziati e giornalisti scientifici, quelli del tipo siamo-tutti-d’accordo, e soprattutto mi confortano: sulle cose che non mastico affatto anch’io potrò chiedere.
Solo che poi vado in farmacia. E vedo un totem di cartone verde che pubblicizza un sistema per difendersi dalla famosa forma di inquinamento di cui sopra. Il farmacista me ne parla diffusamente, io chiedo come faccia a essere certo che funzioni e lui risponde: bella domanda… Allora accende uno schermo piccolo, incastrato nel totem, e fa partire una registrazione televisiva. Ed ecco il famoso programma di inchiesta che denuncia la colpevole omissione di informazione scientifica (e l’omertà, certamente, anche, da parte della scienza ufficiale) sulla famosa forma di inquinamento.
Alla fine della clip: comprate l’acchiappacitrulli qui esposto, che per soli 3265467154 euro vi salverà. E intanto fuori code di macchine ferme a motore acceso, l’altra farmacista in pausa sigaretta sul marciapiede, bambini nei passeggini a quaranta centimetri da terra.
Nel caso, se leggete che la famosa forma di inquinamento di cui sopra è un “possibile cancerogeno” secondo l’Oms, sappiate che lo è anche il caffè.
Se me ne verranno in mente altre, entro il 2012, le troverete qui sotto. Ora mi stanno chiamando gli alieni: devo proprio andare a combattere le forze del male.
Buon 2013 a tutti.
(L’immagine in homepage è un simpatico gioco di parole: worst, wurst… chiaro, no?).